Tra le passeggiate romane la mostra diffusa delle opere di Fernando Botero, “un’oasi di gioia nelle difficoltà della vita”

by Michela Conoscitore

In questi giorni di canicola estiva, il centro di Roma è diventato teatro di una sorta di caccia al tesoro. Partecipanti accaldati, ma molto divertiti, sono i romani e i milioni di turisti che affollano, come ogni estate, la Città Eterna. Ma il tesoro, tra i tanti custoditi nel centro città, qual è? Effettivamente, ne è più di uno. In totale se ne contano ben otto, dislocati nei punti più nevralgici delle passeggiate romane. Li vedi emergere, già in lontananza, con la loro allegra imponenza, e un capannello di gente intorno che scatta foto e selfie. I tesori di cui si è ulteriormente abbellita Roma, altro non sono che le sculture dell’artista colombiano Fernando Botero.

Su iniziativa del Comune di Roma e del Municipio I, fino al 1° ottobre 2024, le sculture di Botero saranno le protagoniste di questa mostra diffusa, per ricordare l’artista colombiano, scomparso il 15 settembre del 2023. Curatrice della mostra, Lina Botero, figlia e promotrice dell’arte paterna. “L’arte deve produrre soprattutto piacere”, ha dichiarato il giorno dell’inaugurazione, “mio padre diceva che doveva essere un’oasi di gioia nelle difficoltà della vita. Per lui, il più grande regalo era vedere il sorriso sul volto di chi apprezzava la sua opera”.

I sorrisi, intorno a queste iconiche sculture, abbondano ma, soprattutto, affollano i luoghi in cui sono state posizionate. Un percorso che parte da uno dei punti panoramici della città, come la Terrazza del Pincio, a Villa Borghese, dove si possono ammirare Venere dormiente (1994) e Donna distesa (2003), per poi scendere a Piazza del Popolo e trovare Adamo ed Eva (1992). Incamminandosi per via del Corso, si incontrano Cavallo con briglie (2009) presso la chiesa di San Carlo al Corso, e Gatto (1999), posto all’entrata della Basilica di San Lorenzo in Lucina. Proseguendo verso Piazza di Spagna, nell’intima Piazza Mignanelli c’è Donna seduta (1991), e in ultimo a Piazza San Silvestro, Donna seduta (2000).   

Le opere esposte, seppur in questo breve percorso, danno la possibilità a chi le guarda di intravedere l’evoluzione nell’arte di Botero: mantenendo sempre la sua cifra stilistica, le forme piene e orgogliose di donne, uomini e animali, Botero sperimenta nuovi studi di posizioni, arricchendo le sue creazioni di spunti inediti e riflessioni. Botero, pittore, scultore e disegnatore, è stato un grande estimatore dell’arte europea e italiana. Negli anni Ottanta, si stabilisce a Pietrasanta, in Toscana, per essere più vicino alle cave di marmo. In quel momento, inizia il suo legame affettivo con l’Italia.

Sguardi serafici e body positivity, pare che le sculture in bronzo di Botero vogliano ispirare, in chi li guarda, un atteggiamento zen verso la vita, suggerendo di prenderla con leggerezza. Un ossimoro, in effetti, rispetto allo stile inconfondibile delle sue creazioni, ma la sua ricerca artistica, appunto, si basa sui contrasti e sulla lotta al conformismo: l’obesità, da sempre additata e combattuta, con Botero diventa bella, è arte. L’artista colombiano, da sempre, con le sue opere ha spinto ad una riflessione sui canoni di bellezza universali, domandando al suo pubblico chi decide che qualcosa o qualcuno sia ritenuto bello, se questi canoni debbano essere condivisi da tutti o se ognuno di noi abbia la libertà di scegliere i propri. Ma soprattutto, ciò ha poi davvero peso, è il caso di dirlo, nello scorrere della vita e del tempo?

Avete tempo per rifletterci, in attesa di un altro imperdibile evento che vedrà protagonista l’artista colombiano: infatti, la mostra diffusa è il preludio alla grande retrospettiva su Fernando Botero che sarà inaugurata a Palazzo Bonaparte, il prossimo 17 settembre, a Roma.

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