Isabella de’ Medici e la verità storica ristabilita su una donna che fu politica e diplomatica

by Michela Conoscitore

La sorellanza tra donne supera i secoli, per ristabilire la verità storica. Quello che è successo riguardo la fama che, nel tempo, era stata alimentata su una delle esponenti più nobili di casa Medici: Isabella, figlia di Cosimo I, primo Granduca di Toscana. Condivideva la fama di femme fatale e assassina con un’altra grande donna dell’epoca, Lucrezia Borgia. Lo scorrere del tempo gioca brutti scherzi. O forse no. Più dell’invincibile tempo, possono i detrattori di famiglie particolarmente in vista.

Ricordare e celebrare una donna che aveva ricoperto un ruolo non solo politico, ma anche diplomatico, con la benedizione del padre Granduca, non era assolutamente ammissibile. Quindi, perché non spargere il dubbio, diffondendo pettegolezzi? A legittimare il tutto, ci avrebbe pensato la diffusa credenza sulla volubile natura femminile.

Come dicevo, la sorellanza invece ha rimesso tutto in ordine. Grazie all’archivista storica Elisabetta Mori, oggi possiamo dire di conoscere davvero Isabella de’ Medici, e accantonare la leggenda nera che l’ha avvolta per secoli.

Le malelingue, che hanno fatto breccia non soltanto nella fantasia popolare ma hanno conquistato anche scrittori come Alexandre Dumas, hanno raccontato di una donna bellissima, disinibita, che ha collezionato innumerevoli amanti, e resasi serialmente di loro omicida, al termine di convegni amorosi. Teatro di questa vita dissoluta, il castello Odescalchi di Bracciano, dove nella celebre Camera rossa si consumavano notti di passione e omicidi. Giusto per renderla ancora più diabolica, altro tratto che la avvicina a Lucrezia Borgia, i detrattori hanno anche fomentato la possibile relazione incestuosa col padre Cosimo. Come si conclude la storia di questa Isabella dark? Con l’assassinio della nobildonna, nella villa di Cerreto Guidi, da parte del marito, Paolo Orsini, per vendicare l’onore infangato.

Se siete arrivati fin qui, ora vorrete conoscere la verità su Isabella, quella scoperta recentemente grazie allo studio di documenti e carteggi dell’epoca, portata avanti da Elisabetta Mori. Ebbene, allora dobbiamo trasferirci nel futuro Granducato di Toscana. Nel 1542, a Palazzo Vecchio, venne al mondo la terzogenita di Cosimo de’ Medici ed Eleonora di Toledo. Come tutti i matrimoni dell’epoca, anche quello dei genitori di Isabella fu d’interesse: appena insediato a Firenze, Cosimo aveva necessità di supporto politico e forza militare. Così, si decise a chiedere la mano della figlia del viceré di Napoli e farla sua sposa, portando con sé a Firenze le ricchezze dei Toledo. Dalla loro unione nacquero undici figli, che crebbero tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti, da poco acquistato da Eleonora, che preferiva l’aria dell’Oltrarno.

Isabella fu la più amata: crebbe in una corte illuminata, dove anche le figlie femmine, per preciso volere della madre, dovevano essere acculturate. Così, la piccola si appassionò di musica, tanto da comporre madrigali, sapeva parlare in francese e spagnolo, oltre che in italiano, conosceva il latino e il greco antico e seguiva il padre Cosimo in ogni suo spostamento. Le battute di caccia erano l’occasione che più li univa, e li vedeva felici. Insomma, era palese che Isabella fosse l’erede morale del Granduca. Tanto che, il giorno dell’incoronazione, Cosimo la volle subito dopo di lui, nel corteo cerimoniale.

Quando Isabella compì undici anni, anche per lei venne il momento di stipulare un contratto di matrimonio. Il padre scelse per lei il duca Paolo Giordano Orsini, erede della potentissima famiglia romana, nipote del pontefice Giulio II, un alleato strategico ed importantissimo per Cosimo. I due ragazzini si conobbero già quel giorno, entrambe sperduti e, sicuramente, con l’aria di non sapere bene perché si trovavano lì. Si sarebbero reincontrati il giorno delle nozze, nel 1558.

Il loro fu un matrimonio a distanza, poiché Isabella lasciò raramente Firenze, per stare accanto al padre Cosimo, soprattutto dopo la morte della madre, a supportarlo nel governo del Granducato e amministrare la casa. Mentre, Paolo era costantemente in viaggio, per curare i possedimenti della famiglia Orsini e costruirsi un nome. Rispetto a quanto riportato dalle dicerie, il matrimonio di Isabella e Paolo fu felice. A testimoniarlo numerosi carteggi, dove i due sposi si raccontavano la quotidianità e si confidavano preoccupazioni e tristezze. Una delle tematiche affrontate dalla coppia nelle lettere, era il pesante succedersi degli aborti subiti da Isabella: traspare una profonda fiducia tra i due e l’immagine di una coppia molto unita. Isabella e Paolo sarebbero poi diventati genitori di Francesca Eleonora e Virginio.

Isabella non era solo questo, moglie, madre e consigliera del padre, era anche una mecenate. Nelle ville medicee di Poggio Imperiale e Cerreto Guidi, si riunivano con lei intellettuali, musici e artisti per condividere con Isabella l’amore per l’arte, la filosofia e le scienze. “Di corona real e degna d’impero”, cantava di lei il madrigalista Stefano Rossetti; “Fra l’illustri et le più rare donne del mondo, ma anche delle più devote et spirituali che fra noi si ritrovi”, invece la descriveva così lo scrittore Beltramo Poggi. Ciò per cui Isabella si distinse ulteriormente, rispetto ad altri mecenati della sua epoca, fu di incoraggiare le donne nell’intraprendere una carriera professionale autonoma, come fece con la compositrice Maddalena Casulana, e difenderle dai mariti violenti, dando loro supporto e ospitalità.

Isabella morì appena trentaquattrenne nella villa di Cerreto Guidi, per un male che la affliggeva da tempo, e non assassinata dal marito. Una vita, la sua, che deve essere tramandata per quel che è stata davvero: il percorso prezioso, in questo mondo, di una donna che credeva nel potere della condivisione, che fossero saperi, averi o affetti.

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